Infrastrutture per lo sviluppo. Tav, l’Italia in Europa

5 Dicembre 2018 TUTTE LE CIRCOLARI

PERCHÉ SÌ

AL RILANCIO DEGLI INVESTIMENTI INFRASTRUTTURALI E ALLE GRANDI OPERE STRATEGICHE PER L’EUROPA?

Le Imprese Italiane sostengono da sempre l’importanza dei Corridoi Europei e delle Grandi Opere che li realizzano,in quanto una grande Rete Comune di infrastrutture logistiche e di trasporto è uno strumento essenziale per l’integrazione economica e sociale dell’Unione e nell’Unione Europea.
Le Grandi Opere sono essenziali ad un efficace rilancio della nostra politica infrastrutturale basato su sostenibilità e competitività, ma da sole non bastano, perché tutte le infrastrutture, grandi e piccole, vanno gestite e mantenute costantemente in efficienza per contrastare gli effetti dell’usura e garantire condizioni di sicurezza, per evitare i numerosi e a volte tragici eventi dovuti alla progressiva riduzione degli investimenti, ormai in atto da troppi anni, da destinare anche a interventi di monitoraggio e di adeguamento strutturale e tecnologico, di ammodernamento e messa in sicurezza.
Per questo, le Imprese Italiane chiedono un vero rilancio degli investimenti infrastrutturali, nelle reti di trasporto e di servizi, nella difesa idrogeologica e antisismica, nell’edilizia scolastica e sanitaria, nella rigenerazione e nella riqualificazione delle aree urbane e nel risanamento e nella tutela ambientale; interventi capaci di migliorare il benessere e la qualità della vita, la competitività delle imprese e l’attrattività dei territori.
Per una effettiva politica di rilancio degli investimenti infrastrutturali, le Grandi Infrastrutture per la mobilità di persone e merci sono essenziali per collegare l’insieme del Paese all’Europa, ma lo sono anche numerose “opere minori” per connettere i diversi territori del nostro Paese, da Nord a Sud, da Ovest a Est.
I Corridoi Europei e le loro connessioni territoriali rappresentano la struttura portante sulla quale si è costruita, nel tempo, una strategia infrastrutturale e logistica capace di sfruttare la centralità dell’Italia negli scambi euro-mediterranei e le sue straordinarie opportunità di sviluppo, in un contesto economico sempre più orientato alla globalizzazione degli scambi e alla competitività internazionale.
Sarebbe pertanto inconcepibile fermare i cantieri delle Grandi Opere e rimettere in discussione investimenti infrastrutturali già valutati, discussi, rivisti, progettati, concordati, finanziati e ormai in corso di realizzazione.
I nostri Grandi Progetti dei Corridoi Europei, integrati con i necessari interventi strutturali, regolatori e tecnologici ad essi funzionali, vanno assolutamente realizzati. Le principali ragioni a sostegno riguardano:
• l’integrazione economica del nostro Paese su scala soprattutto europea, nella quale si sviluppa quasi il 60% dell’exporte dell’import italiano, cioè quasi 500 miliardi di euro su 850 che passano attraverso le Alpi!
• la promozione di un sistema dei trasporti centrato sull’intermodalità, con una maggiore quota di trasporto su ferrosulle lunghe distanze, più economico, più rapido, più sicuro e più sostenibile
• la crescita economica e le migliaia di nuovi posti di lavoro che derivano da investimenti ad alta redditività non solo nellafase di cantiere, ma anche a regime, perché connettono il nostro Paese con l’Europa e col Mondo, offrono agli operatori economici accessi più agevoli ai mercati di riferimento, migliorandone efficienza e competitività, e rendono il Sistema Paese più competitivo e attrattivo per gli investitori internazionali e i flussi turistici.
Per tutte queste ragioni, la vera posta in gioco sulla Torino-Lione e sulle altre Grandi Opere Strategiche è soprattutto la realizzazione di una grande opportunità di crescita per l’Italia, una leva per una trasformazione economica e sociale in grado di aumentare la qualità dello sviluppo e di garantire il benessere delle future generazioni.

• Perché vogliamo e sogniamo un’Italia protagonista, forte e competitiva, con un ruolo centrale e non periferico in Europa e nel Mondo.
• Perché puntiamo ad una società inclusiva, grazie anche a infrastrutture che riducono la marginalità, che avvicinano e integrano territori e comunità, economie e persone, a livello nazionale, europeo e globale.
• Perché mentre altri grandi Paesi realizzano ambiziosi obiettivi economici e politici investendo significativamente sulle grandi reti infrastrutturali, l’Italia non può danneggiare se stessa e l’Europa, mettendo in discussione un disegno di Rete Comune condiviso e finanziato da tutti gli Stati Membri e dalle Istituzioni Comunitarie, dopo decenni di confronto, verifica e selezione delle priorità.
• Perché una Rete Infrastrutturale Europea non è tale senza tutti i Corridoi in cui essa si articola e, senza la Torino-Lione, non esisterebbe il Corridoio Mediterraneo, che collega l’Europa dalla Spagna all’Ungheria al di qua delle Alpi, per il quale l’Italia si è battuta con vigore per evitare l’isolamento e la marginalizzazione di tutto il nostro Paese.
• Perché la quota di finanziamento più rilevante per coprire il costo della sezione transfrontaliera sarà a carico del-l’Unione Europea, disposta ad aumentare il proprio contributo dall’attuale 40% al 50%, e quella a carico dello Stato Italiano è già stata tutta impegnata programmaticamente e non avrebbe impatti negativi sui saldi di finanza pubblica.
• Perché, a conti fatti, completare la Torino-Lione costerebbe meno che non realizzarla, a causa della restituzione dei finanziamenti ricevuti, della perdita di opere già realizzate non più utilizzabili, dei costi della rescissione di contratti già sottoscritti e di quelli per la messa in sicurezza, il ripristino del territorio allo status quo ante e l’adeguamento, comunque parziale e insufficiente, dell’attuale Linea Ferroviaria Storica rispetto agli standard europei.
• Perché, senza la Torino-Lione il trasporto di merci su tutto il Versante Ovest dell’Arco Alpino diventerebbe meno competitivo e più costoso, con impatti negativi sugli scambi con tutti i Paesi collegati dal Corridoio Mediterraneo (Francia, Spagna, Portogallo, Isole Britanniche, Belgio e Lussemburgo), attualmente pari a 205 miliardi di euro (di cui 81 miliardi solo con la Francia).
• Perché al 2030 si ridurrebbe il transito stradale di quasi 1.000.000 veicoli pesanti l’anno, con una riduzione di emissioni inquinanti stimate in 3 milioni di tonnellate equivalenti di CO2, pari a quelle di una città di 300.000 abitanti.
• Perché l’entrata in funzione della Torino-Lione è in grado di avvicinare l’Italia all’Europa, collegando Milano a Parigi in 4 ore e mezza, a Barcellona in 6 ore, a Londra in 7 ore, con importanti impatti positivi per tutta la filiera turistica.
• Perché il progetto, nel periodo più intenso di costruzione 2020-2027, può stimolare, direttamente e indirettamente, una crescita economica di 11,3 miliardi di euro che, al netto dei costi di investimento, equivale a quasi 1 miliardo l’anno, con un’occupazione aggiuntiva di circa 5.000 unità l’anno.
• Perché infrastrutture come la Torino-Lione, ampiamente dibattute con i territori e le comunità interessate, per i loro con-tenuti di tecnologia e innovazione, di efficienza e sicurezza, sono investimenti in grado di generare crescita e occupazione nel medio lungo periodo, aumentando la produttività totale dell’intera economia nazionale e il benessere della collettività.
• Perché di tutto questo è convinta la maggioranza del Paese, che per quasi il 60% è favorevole alla Torino-Lione e alle altre Grandi Opere Strategiche.

Per tutti questi motivi,

CONFINDUSTRIA, CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI, CONFARTIGIANATO, CNA, CASARTIGIANI, LEGACOOP, CONFCOOPERATIVE, CONFAGRICOLTURA, CONFAPI, ANCE
con tutte le loro rappresentanze territoriali e di categoria e tutte le loro imprese associate, insieme a tutto il Paese, dicono:
SÌ TAV!
SÌ alle Grandi Infrastrutture Strategiche Europee!
SÌ al Futuro, allo Sviluppo e alla Crescita Sostenibile!

 

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