Bene l’abolizione del SISTRI, si recuperino i costi sostenuti dalle imprese dell’autotrasporto o sarà class-action.

13 Dicembre 2018 TUTTE LE CIRCOLARI

 

 

 

Conftrasporto esprime soddisfazione per l’abolizione del Sistri.

“Il Sistri era un sistema non funzionante, costoso, che si è voluto imporre alle imprese di autotrasporto da diversi anni – commenta il vicepresidente di Confcommercio e di Conftrasporto Paolo Uggè – Sin dall’inizio, nel silenzio di chi non ne sopportava il costo come le imprese che utilizzavano gli autotrasportatori, Conftrasporto ne aveva richiesto una profonda revisione, mettendosi a disposizione per favorire un adeguato sistema di controllo che, senza penalizzare i vettori, combattesse i fenomeni di irregolarità e illegalità. I ministri competenti non sono mai intervenuti. Conftrasporto avviò anche azioni legali ottenendo sentenze favorevoli, tutte impugnate dal ministero dell’Ambiente che non ha mai voluto riconoscere i madornali errori commessi. Chiese anche,  attraverso apposite interrogazioni parlamentari, l’intervento del ministero competente sempre ricevendo risposte evasive”.

“Nel frattempo – prosegue Uggè – pur se il sistema non funzionava, le imprese erano obbligate a iscriversi a un Albo e a sostenere i costi per l’istallazione della cosiddetta scatola nera (Black box) nelle officine appositamente autorizzate. Solo l’ottusità di ministri poco a conoscenza di come funzionano i trasporti ha generato costi pesanti e solo per le imprese di autotrasporto italiano in quanto il sistema non poteva essere imposto agli operatori esteri”.

“Ora le imprese dovranno smontare quei sistemi e dovranno sostenere ulteriori costi per il fermo dei mezzi – sottolinea il vicepresidente di Conftrasporto – I sistemi dovranno infatti essere smontati. In sostanza il costo dell’operazione Sistri per ogni automezzo si aggira intorno a mile euro. Chi rimborserà le imprese per i costi sostenuti e per quelli che dovranno ancora essere affrontati per smontare le scatole nere?”.

Conftrasporto chiede al Governo di prevedere la possibilità di costituire un fondo per consentire alle imprese di recuperare i costi indebitamente sostenuti. Va da sé che senza ricevere le dovute risposte o dimostrazioni di disinteresse Conftrasporto si vedrà costretta ad avviare una class action o iniziative adeguate a tutela degli interessi delle imprese danneggiate”, conclude Uggè.

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