AUTOTRASPORTO RAVENNA

31 Ottobre 2019 TUTTE LE CIRCOLARI

LA PIAZZA AVVENIMENTI N. 18 NOVEMBRE 2019 di Valeria Giordani

E’ nata una nuova collaborazione che porterà nuovi punti di vista all’interno di Confcommercio provincia di Ravenna su tematiche come logistica, infrastrutture, e trasporti. Mentre per gli associati della F.A.I. si amplierà l’offerta per servizi e competenze professionali oltre che l’opportunità per nuove connessioni e sinergie fra le stesse imprese.

Non solo un convegno, e non di quelli in cui è frequente imbattersi, ma una approfondita e completa analisi di un sistema, quello dei trasporti; e l’annuncio di un importante passo: la firma di un Protocollo d’intesa tra Confcommercio provincia di Ravenna e FAI Romagna, la Federazione Autotrasportatori italiani.
“Autotrasporto tra tariffe, controlli e scurezza” era il titolo del convegno che il 26 ottobre scorso, presso la sala Bini di Confcommercio Ravenna, ha esposto i temi e problemi di questo lavoro. L’incontro, condotto dalla giornalista Elena Nencini, ha visto sul palco i vertici e le rappresentanze delle due Associazioni di categoria e di professionisti del settore, e tra il pubblico anche gli studenti di due classi dell’Istituto tecnico industriale Nullo Baldini -indirizzo trasporti e logistica – accompagnati da loro insegnanti.

“Ringrazio in particolare il prof. Tura per questa presenza – ha detto in apertura Paolo Càroli, presidente Confcommercio provincia di Ravenna – e Giuseppe Montagnese, segretario FAI Ferrara e Rovigo, che più di ogni altro ha fortemente voluto questo primo convegno. Per la prima volta entrano in Confcommercio gli autotrasportatori, e questo porterà novità e sviluppo nell’intero settore autotrasporto. Oggi presentiamo e firmiamo un protocollo di intesa, offrendo alla categoria la nostra organizzazione, servizi dedicati, un punto e un addetto di riferimento, opportunità di formazione, insomma il nostro sistema, e questa convergenza ci renderà più forti, assieme nel territorio”.
Barbara Tomì, avvocato dello studio legale Tomì, ha tracciato un quadro sconfortante della normativa e della sua applicazione, tra norme vecchie di decenni, evoluzione altalenante negli anni di disposizioni a proposito di sicurezza e di tariffe minime, insoddisfacente trattazione della materia in sede europea, carenza di una magistratura specializzata nella materia, punti della normativa incoerenti o insoddisfacenti, potere economico della committenza tale da influenzare i governi a non arrivare a esprimere chiarezza normativa.
“Cerchiamo di mettere le imprese in grado di difendersi – ha aggiunto Corrado Caviglia, consulente del lavoro FAI. La contrattualistica salva le aziende, ma la normativa di 50-60 anni fa, con continue modifiche, è una materia complessa e non ne sono divulgati nemmeno gli aspetti di opportunità; inoltre, l’evenienza del controllo è così casuale che non costituisce deterrente. Gli accordi sono attivabili con il sindacato, che però non è gradito alle imprese: ecco quindi l’importanza dell’associazione, che gestisce i rapporti con il sindacato e non direttamente con le imprese; è soprattutto la piccola azienda a trovarsi troppo in difficoltà in questo meccanismo”.

Da Giuseppe Montagnese, Segretario FAI Ferrara e Rovigo e FAI Romagna, l’esortazione alle imprese di autotrasporto “Usateci, sfruttateci, interpellateci, avvicinateci: l’associazione non sarà la soluzione a tutto, ma è lo strumento per seguire le imprese, dar loro visione. Questo settore dipende molto dall’evoluzione del mercato, e l’associazione non serve solo ad evitare i problemi, ma (tema su cui si è molto concentrato il recente Forum a Cernobbio) a crescere competitivi nel mercato di domani”.
Consegnate anche le prime tessere della neocostituita FAI Romagna a Pietro Rambelli, Ermes Timoncini, Michele Forti, Michele Serafini, rispettivamente Presidente e membri del Consiglio Direttivo.
E’ poi intervenuto Paolo Uggè, Presidente FAI, VicePresidente Conftrasporto e VicePresidente Confcommercio Imprese per l’Italia. “Veniamo dal recente Forum di Cernobbio – ha detto – in cui abbiamo ribadito l’intenzione e l’invito a un confronto con il Ministro competente. Nell’immaginario collettivo, il trasporto su gomma equivale all’idea di inquinamento; ma abbiamo spiegato cosa ha fatto finora proprio la categoria dell’autotrasporto per contenere l’inquinamento. I dati ufficiali, quelli scientifici a cui fa riferimento la stessa Comunità europea, mostrano che l’Italia ha abbattuto questa causa di inquinamento facendo tra il 1991 e il 2018 di più di molti altri Paesi europei. Lo stesso inquinamento da circolazione di mezzi pesanti incide al 4,6% del complesso, quando il settore energetico pesa per il 35%, e il 27% il manifatturiero. Le emissioni diminuite in questo periodo per il 29,7% mostrano gli effetti di iniziative prese. Il parco mezzi circolante effettivamente è ‘ante euro 3’ per il 60%, quindi resta ancora molto da fare; abbiamo suggerito di destinare risorse funzionali alla sostituzione del parco circolante, per ulteriore abbattimento delle emissioni. Nemmeno gli impegni sulla destinazione di risorse in rapporto al PIL vengono rispettati; nemmeno le risorse già destinate vengono interamente spese. Si può discuterne se ci confrontiamo; ma finora il Ministro non ci ha concesso il confronto, e stiamo esaminando iniziative possibili come un blocco dei trasporti, perché se non c’è il confronto, la conseguenza inevitabile è lo scontro.
Il focus va poi puntato sulla vera questione dolente, che è il nostro sistema infrastrutturale carente, sui collegamenti portuali, sulla congestione del traffico: perché va ricordato che 1 mezzo Euro 6 in coda a 1 km l’ora, inquina di più di un Euro 0 in marcia.

Un confronto con il Governo è necessario anche per la questione – di primaria importanza – del ‘dumping sociale’: i costi del lavoro, sempre più bassi, negli ultimi Paesi entrati nell’Unione europea. Per fare un esempio a noi vicino (e nemmeno il più clamoroso), la Polonia, che ha con l’autotrasporto il 3% del PIL, conduce il 75% del trasporto in Paesi dell’Unione europea. L’Italia ha ridotto dal 40 al 20%: noi abbiamo una ‘palla al piede’ che ci impedisce di correre, una politica dei trasporti che penalizza il Paese. Preoccupa il quadro del valico delle Alpi: il Traforo del Monte Bianco chiuderà per interventi di manutenzione; Genova ha subìto il crollo del ponte Morandi; il Fréjus h 150 anni; e in più, Austria e Tirolo vogliono ridurre il passaggio di circolazione delle merci. Il rischio di perdita di competitività del sistema economico italiano è alto, e va affrontato il rischio che le imprese italiane si trovino davanti al bivio se chiudere o andare all’estero.
Ecco perché Confcommercio. Il mondo associativo è la realtà che può dare risposte, attraverso una rappresentanza politica, con una persona dedicata e un ufficio che Confcommercio ha a Bruxelles”.
Ma anche per affrontare le sfide della crescita: sempre di più, l’autotrasporto evolve in servizio alla logistica. Le imprese di autotrasporto sono chiamate a dare servizi a valore aggiunto, ad essere punto di raccordo tra magazzinaggio, movimentazione, produttori. Per questo Confcommercio e per questo associazione, per l’energia aggiuntiva del senso di appartenenza.
Andrea Manfron, segretario generale FAI, ha posto l’accento su azioni necessarie come quella collettiva verso i produttori di veicoli per il trasporto merci; quella della definizione chiara dei costi minimi, a partire dalla norma attuale; del ‘dumping’, adeguamento della normativa così da garantire una corretta competizione nel mercato. Normativa più efficace anche sul cabotaggio stradale, adozione di strumenti di ultima generazione che forniscono piena tracciabilità. Misure volte ad applicare principi di correttezza (stessa paga in stesso luogo e tipologia di lavoro), di sicurezza (alternanza, riposo) e il riequilibro di elementi di concorrenza sleale, in sede di Unione europea. Altro elemento ‘in agenda’, il rinnovo del contratto di lavoro.
Anche Manfron ha espresso soddisfazione per la sinergia avviata con Confcommercio, che porta maggiore garanzia di poter accompagnare le imprese con servizi, assistenza legale, rapporti istituzionali adeguati.
Chiusura dell’importante convegno affidata a Mauro Mambelli, VicePresidente Confcommercio Emilia-Romagna e Presidente Confcommercio Ravenna. Sollecitato dalla moderatrice Elena Nencini sul ‘magnifico (e antico) isolamento del territorio ravennate dalle grandi vie di comunicazione, caratteristica identitaria ma sul piano esaminato oggi, penalizzante’, ha centrato il proprio intervento sulle caratteristiche della logistica ravennate.
“Da una parte il porto, con le sue 258 imprese, 6.000 dipendenti, 3.300 navi l’anno in transito, 7.600 treni in movimento, e in più l’autotrasporto (come è noto, principalmente trasporto di ‘rinfuse’). Dall’altra parte, l’interesse per lo sviluppo dell’aeroporto di Forlì, sia per traffico merci che per la componente turistica particolarmente importante per noi (Ravenna, città più visitata da turisti dell’Emilia-Romagna); alle spalle di Forlì c’è Cesena, con la sua filiera agroalimentare; a fronte, le condizioni di quasi saturazione dell’aeroporto di Bologna indicano uno spazio di sviluppo per il traffico aereo di Forlì.
Forlì ha necessità di collegamenti con Ravenna – e abbiamo appena superato il lungo blocco della già insufficiente Ravegnana (e verso il Sud, le deviazioni sulla E45 sono già state citate). Un collegamento Ravenna-Forlì, porto-aeroporto, comporterebbe un indotto di evidente importanza. Ribadisco l’invito alle imprese di autotrasporto emerso in questo convegno, “usateci, abbiamo una persona dedicata a vostra disposizione, ufficio che amplieremo, struttura, servizi: siamo pronti ad accompagnarvi nella crescita della vostra attività”.

 

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