IL PUNTO di Paolo Uggè

13 Dicembre 2019 TUTTE LE CIRCOLARI

Si avvicina il momento della verità che consentirà agli italiani di conoscere quelli che sono i provvedimenti, gli stanziamenti ed i tagli che la legge di bilancio conterrà. Nel gran bailamme di queste ultime settimane si è potuto leggere di tutto. Annunci di nuove tasse, subito cancellate; prese di posizione da parte dei leaders dei diversi partiti, poi finite nel nulla, nuove clausole di salvaguardia sull’accisa. Insomma un vero e proprio caos. Tra poco gli italiani scopriranno la verità e valuteranno quello che il governo ha predisposto.


Ovviamente in questa situazione ho ritenuto di dover affrontare il dibattito sul M.E.S che ha registrato “stranamente” economisti e commentatori di grido passare da un fronte all’altro. Inizialmente il Meccanismo trovava tra i dubbiosi, se non contrari, Cottarelli, il Governatore della Banca d’Italia, Visco, Ricolfi, il presidente dell’ABI, tanto per citarne alcuni. Con il passare dei giorni, senza che concretamente siano avvenuti mutamenti sostanziali, i pareri dei cosiddetti esperti, non tutti, hanno cambiato direzione. Che abbiano avuto qualche illuminazione? La questione è ancora tutta da definire e l’ulteriore risoluzione, votata dalle Camere proprio in questa settimana impegna, ma con prudenza, l’Esecutivo a contrastare gli automatismi di correzione del rapporto debito-Pil ed a prendere un po’ di tempo fino a metà gennaio. Giusto per passare le feste ed approvare la legge di bilancio. Vedremo come andrà a finire. Una brutta figura, questo è certo, per chi aveva annunciato ferma opposizione per tutelare gli interessi italiani al Meccanismo. Questi sono ben identificati. Nel dibattito parlamentare si è registrato un cambiamento radicale del Movimento 5 Stelle che si è rimangiato quanto sostenuto e votato il 19 giugno (potenza della poltrona?). Una situazione che mi azzardo a prevedere non porterà ad alcun mutamento delle regole del M.E.S. Far finta di non sentire le dichiarazioni che provengono dall’Europa è come nascondere la testa sotto la sabbia. Non mi considero un esperto ma la possibilità che venga chiesta la ristrutturazione del debito nel caso ne avessimo la necessità, non è remota.


La negatività è che se, come emerge da un’indagine solo il 9% degli italiani è a conoscenza del meccanismo e cosa potrà produrre, significa che chi aveva il dovere e la responsabilità di illustrarne i contenuti non lo ha fatto. I cittadini ne subiranno solo le conseguenze. Caso mai è la classe politica ed i media che anziché informare con dovizia di particolari e soprattutto con parole semplici, fino ad oggi, hanno utilizzato il tempo in ragionamenti incomprensibili ai più o propinato confronti nei quali opinionisti “in ignobili trasmissioni si schiaffeggiavano come coglioni” (come cantava Gaber nella canzone “Si può”).


Per questo tra parlamentari inadeguati e giornalisti condizionati, su un tema delicato ed impattante ho voluto affrontare l’argomento, fino a tediarvi, assumendo a riferimento documenti non contestabili
. Ho pensato fosse giusto evidenziare come non esistano certezze ma fondati dubbi sulla possibilità che dei decisori europei, (per lo più burocrati tra i quali nessun italiano) valutassero se l’Italia, qualora avanzasse richieste di intervento previste dal Meccanismo, dovesse essere costretta a dover intervenire sul valore dei propri titoli di Stato e magari a ristrutturare il debito pubblico per ottenere l’applicazione del meccanismo, finanziato anche con 125 Mld dall’Italia. Perché allora correre un rischio visto che le assicurazioni non ci forniscono un quadro chiaro?


In tema di messaggi etero diretti quello del cambiamento climatico sta diventando il mantra di tutte le decisioni dei governi che ci coinvolgerà sia in termini economici limitando le libertà di impresa.
La recente comunicazione sul Green Deal europeo della Nuova presidente della Commissione europea non dovrà in alcun modo vedere i nostri parlamentari indifferenti. Il clima è un argomento serio e terribilmente tecnico. Cantanti, alcuni anche non particolarmente eruditi, avvenenti attrici, ma anche una ragazzina elevata al livello di massima esperta sul clima, pronunciano, manco fossero scienziati del livello di un Zichichi o di Rubbia, sentenze e lanciano annunci apocalittici, che rilanciati da coloro che vengono chiamati organi di informazione, generano un comune sentire, basato non su dati scientifici ma sul pressapochismo. Questo purtroppo trova attenzione nei politici, attenti solo al consenso, ed il risultato rischia di essere drammatico. Provvedimenti inutili, costosi che complicano la vita della gente e l’attività di tanti operatori. Non sarà che dietro vi sia l’interesse, non per l’ambiente, cosa buona e doverosa, ma di gruppi finanziari? Possibile che non si voglia comprendere che il clima non sia un fattore limitato localmente ma subisca le conseguenze di paesi come l’India, la Cina, gli Usa, la Russia, che in fatto di emissioni non sembrano propriamente in linea con gli esasperati principi ambientalisti? Anche in questo caso si rischia di pagare il conto senza partecipare al banchetto.


Ricordo alcuni studi/previsioni del passato a dimostrazione come certi catastrofici annunci si siano rivelati errati. Nel 1975 si annunciava che il mondo si avviava verso una nuova era glaciale; negli anni 80 invece si è lanciato l’allarme che nel 2000 ci sarebbe stato l’aumento delle temperature con il riscaldamento globale e la desertificazione. Nulla di tutto ciò si è realizzato. Forse il mago Otelma avrebbe saputo fare di meglio.


Viene da preoccuparci, perciò, di fronte alle catastrofiche previsioni e piani che pongono il raggiungimento degli obiettivi di emissioni zero nel 2050. Molti di loro non saranno più ai loro posti. E nessuno quindi potrà rinfacciare loro nulla.


Il mondo dei trasporti è sempre e comunque stato nel centro del mirino. Come sparare sulla Croce Rossa. Gli aerei, e le navi partecipano all’inquinamento del pianeta? Ed i stramaledetti TIR? Non sono forse loro gli assassini che, oltre ad inquinare, percorrono in modo prepotente le strade? Questi giudizi frutto di luoghi comuni non concorreranno, per caso, agli interessi di qualcuno? L’energia elettrica, oggi di moda, come si produce? Gli investimenti per le pale eoliche a quanto ammontano? Risulterebbe che la Germania produca ancora l’energia, quasi per il 40%, con il carbone. Mille miliardi annunciati dalla Ursula Von der Leyen per ottenere l’impatto zero dove saranno utilizzati? Si dovrà vigilare parecchio. 


Ho voluto provocatoriamente affrontare questi argomenti perché si incominci a riflettere sulla necessità di approfondire e soprattutto di pretendere una corretta informazione. Rifuggiamo dagli urlatori, pagati a peso d’oro, che gridano come dei forsennati, senza dire nulla. Si pretenda invece riflessione e competenza. Personalmente ammiro attori come Brad Pitt o De Niro ma onestamente sui temi scientifici credo di più nei professori Battaglia, Rubbia e Zichichi ed altri scienziati universalmente riconosciuti dal mondo del sapere. Un conto sono le fiction un conto la realtà che impatta con le imprese e la vita della gente. Non ritiriamoci e rivendichiamo il ruolo della scelta razionale e ragionata.


Se ho dei problemi di cuore non andrò mai da uno “sciamano” ma da un medico cardiologo
. Così se voglio comprendere i fenomeni atmosferici, i cambiamenti climatici, le evoluzioni dei sistemi finanziari oppure dei fenomeni sociali, non accetterò a scatola chiusa le tesi dei Giordano, Travaglio e compagnia cantando, ma mi rivolgerò a riconosciuti esperti e studiosi delle materie, in grado di sviluppare ragionamenti evitando di tener conto di coloro che si limitano ad urlare solo per aumentare l’audience, il cachet e vendere qualche copia di libro o giornale in più. 


Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza” cosi declama il “divino Poeta”. Seguiamo questa indicazione e cerchiamo di ragionare su fatti, frutto di dati determinati dalla conoscenza. Facciamolo, ma in fretta, prima che questi ci conducano alla rovina.

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