IL PUNTO A MODO MIO DI Paolo Uggè – NUMERI E FASE 2

22 Aprile 2020 TUTTE LE CIRCOLARI

Non ricordo se i voti si pesino o si contino, come diceva qualcuno. Questo tuttavia non sembra valere per il premier Conte. Lui di voti non ne ha certo presi ma resiste a tutti gli attacchi ed assume iniziative che se si volesse approfondire potrebbero anche avere qualche fattispecie di incostituzionalità. Il sequestro delle persone e la assunzione di provvedimenti che impattano con i principi costituzionali dovrebbero indurre ad approfondimenti e riflessioni.

Forse proprio per crearsi uno scudo si è contorniato di consulenti, esperti e cura la diffusione delle notizie in modo meticoloso per evitare il formarsi di una opinione pubblica a Lui contraria.

I numeri però ci riportano una realtà forse un tantino differente rispetto a quella presentata.

Si legge sui giornali, che, ad oggi, solo il 10% circa dei deceduti sarebbe imputabile alla causa del Coronavirus. Gli altri avevano patologie in atto. Questo ci porta, anche se non si deve ricorrere a simili raffronti quando si parla di vite perdute, ad evidenziare come i decessi sino ad oggi 23mila circa rapportati con i 60 milioni di italiani forniscono una percentuale sulla quale riflettere.

Se analizziamo i casi di mortalità registrati in Italia nei primi tre mesi scopriamo che nel 2012 i decessi sono stati 180.551 contro i 165.367 del 2020. se inoltre paragoniamo i dati che Gian Carlo Blangiardo, presidente Istat fornisce, scopriamo che le morti per le sole polmoniti nel marzo 2019 sono state 15.189 che sembrano essere più elevati del corrispondente numero di decessi per Covid dichiarati in marzo 2020 (12.352). Due ultimi dati ritengo debbano essere conosciuti. L’Italia ha una popolazione di circa 60 milioni . Contagiati 107.000, ad oggi.  Facciamo due conti. Tutti siamo in grado di calcolare le percentuali e fare le divisioni.

Ora registriamo un trend calante ed il fattore R sarebbe giunto allo 0,8. Sostengono gli esperti che con lo 0,5 il contagio sarebbe sotto controllo. Anche su questo aspetto dobbiamo segnalare l’intromissione di un signore dell’OMS, dato molto vicino alla Cina, che sostiene come il fattore R in Italia non sia sufficiente per aprire la fase 2. Gli consigliamo vivamente di intervenire sulla Germania che, sempre a detta dei media, avrebbe raggiunto lo 0,7 come fattore R  e si prepara già ad aprire. Ora in Italia mancano due settimane al termine indicato dal Governo. Ci domandiamo su quali basi scientifiche questo signore si permetta di dare giudizi sulla decisione del Governo italiano. Lo dica alla signora Merkel se ha il coraggio. 

Intanto si discute sulla fase due e sulla ripartenza. Dati e dichiarazioni contrastanti stanno incrementando le incertezze. Personalmente qualche idea me la sono fatta e desidero evidenziarla. Forse mai la Chiesa in momenti altrettanto, o forse più drammatici, ha accettato in un silenzio assordante di piegarsi al volere del potere, che ha impedito le funzioni funebri, la messa domenicale con relativa Eucarestia. Mi scuserà Santo Padre ma non ritengo questo un intervento accettabile per tanti fedeli. Giusto che i sacerdoti avviino una denuncia.

Così come sembra evidente che il tema della ripresa possa continuare a limitare quelle libertà individuali garantite dalla Costituzione. I principi di uguaglianza sull’età, messi in dubbio da qualche mediconzolo o la possibilità di bloccare l’accesso ad una Regione. Ma chi ha attribuito poteri da stato dittatoriale a questi signori? E dove se ne è andata la libera stampa? Possibile che non vi sia qualcuno che ricordi all’esuberante Governatore della regione Campania che chiudere una regione non è come vietare la consegna della Pizza (a proposito che bella figura ha fatto). Se vuole fare campagna elettorale non utilizzi i cittadini.

Quanti “coraggiosi leccaculo travestiti da ribelli, come li definiva Giorgio Gaber”, hanno avuto il coraggio di mettere in evidenza queste forzature messe in atto a diversi livelli?

Ora si vuole mettere il bavaglio alla ripartenza con regole così inutili che non tengono in nessun conto ad esempio dell’esigenza che molte persone anziane o giovani hanno di effettuare attività motorie. I centri sportivi e le palestre possono essere riaperti con le dovute precauzioni e tenendo conto delle dimensioni. Oppure si pensa che il virus abbia come suo luogo preferito questi luoghi e non le code ai supermercati o i viaggi sulle reti urbane?

Smettiamola di farci prendere in giro da chi vuole trarre magari visibilità (fosse solo quella) da una vicenda certamente pesante e drammatica ma gestita in modo inadeguato e che ci sta penalizzando.

Le aziende tedesche hanno già ricevuto a fondo perduto risorse e sono pronte a ripartire. A noi neppure le risorse promesse sono arrivate.

Nel trasporto senza oneri per lo Stato si potrebbe sospende per 12 mesi i versamenti contributivi che si potrebbero ripristinare in qualche anno con interessi adeguati. I lavoratori non perderebbero nulla. Lo Stato anticiperebbe le prestazioni dell’Inps ma sosterrebbe un costo inferiore rispetto alle ipotesi avanzate ed inoltre per le imprese la riduzione dei costi sarebbe reale e senza perdere tempo in scartoffie.

Proposte ne sono state presentate ma gli “esperti” (leggi burocrati) li hanno bloccati. Allora credo sia giunta l’ora di alzare la testa. Facciamo conoscere questi numeri a più imprenditori e cittadini. Non sono frutto di fantasia ma sono riprese da dati pubblicati da siti, ritengo attendibili, anche perché fino ad oggi mai smentiti.

E’ ora di dire basta a persone mai votate che ci impongono scelte di dubbia legittimità. Anche il professor Sabino Cassese e dirigenti dello Stato, come il dottor Zucchelli già dirigente del DAGL, recentemente hanno evidenziato su alcune iniziative dubbi di legittimità.

Noi cosa attendiamo? Per le nostre imprese dobbiamo far conoscere questi dati. Attiviamoci o questi che si si definiscono esperti ci metteranno nei guai.

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